Un viaggio nel viaggio.
Tanti sono turisti che vengono in vacanza ad Ischia, che dopo aver goduto della bellezza della nostra isola, inevitabilmente quando si avvicina l’ora della cena si chiedono cosa mangeranno e quale sia il piatto forte della nostra tradizione.
Credo che molti, forse non ci penseranno neanche, dando per certo, che abitando su un’isola sicuramente, verrà portato loro una pietanza del pescato del nostro mare.
Quindi certamente rimangono sbalorditi, quando, viene loro detto, che il “RE” delle nostre tavole è il coniglio all’ischitana.
Un po’ di storia
Introdotto nel bosco della Falanga nel 500, come selvaggina da caccia per i nobili del posto e per i loro ospiti, da ospite, il coniglio è divenuto un elemento essenziale della nostra tradizione culinaria.
In tutte le nostre casa, la domenica o nei giorni di festa il coniglio all’ischitana la fa da padrone indiscusso.
Carne bianca tenera, combinato con i prodotti poveri della nostra terra e una particolare pianta selvatica” la piperna” coltivata e molto diffusa sull’isola.
C’è una ricetta tradizionale per tutti, ma vi posso assicurare, che il coniglio, in ogni casa avrà un gusto diverso, iniziando dal sughetto, a chi piacerà più rosso a chi più bianco, chi abbonda con il peperoncino chi non lo mette, per questo non meravigliatevi, se provando a cucinarlo non vi venga come l’avete mangiato.
Un tempo gli Ischitani allevavano i loro conigli in fosse scavate per circa 2 metri dove venivano lasciati crescere allo stato “brado”, nel fosso veniva buttata l’erba per nutrirli, una volta cresciuti i contadini scendevano nella buca e sceglievano l’animale. Alcuni ancora oggi li allevano così, soprattutto nelle frazioni montane del Ciglio, Serrara, Fontana.
La ricetta tradizionale dell’Hotel Casa Nicola, è una ricetta che si tramanda da generazioni, è la stessa che assaggiò Garibaldi, quando soggiornando ad Ischia per curare una sua ferita di guerra con le acque termali della fonte del Gurgitello in Casamiccola Terme, sentii parlare di un certo Leopoldo Romano (nostro avo) oste nella contrada di Panza e del suo eccellente coniglio.
Ingredienti
Questa è la ricetta ed ecco elencati gli ingredienti necessari per la pietanza:
- 1 coniglio di 1 kg e 1/2 massimo
- un ciuffetto di prezzemolo
- 10 pomodorini.
- 2 spicchi di aglio,
- 1 bicchiere di vino bianco
- sale q.b
- Piperna
- Sugna
- peperoncino per chi lo gradisce, anche se si tratterebbe comunque di uno degli ingredienti fondamentali di questa ricetta
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
La preparazione:
Bisogna soffriggere la prima volta i pezzi del coniglio in una padella con olio di semi di girasole ed una testa d’aglio in camicia. Dopodiché cambiate tegame e aggiungete una parte di olio della frittura precedente (filtrato), un cucchiaio di sugna e l’altro spicchio d’aglio. Iniziate per prime con le cosce di dietro, poi quelle anteriori, i pezzi di mezzo, le costole, la testa divisa a metà e, a finire, le interiora fasciate in ciuffetti di prezzemolo, il fegato va aggiunto alla fine.
A seguire il condimento: pomodorini, peperoncino forte, sale q.b. e quindi il vino bianco, che va fatto sfumare a fiamma vivace per una decina di minuti, facendo attenzione che le carni non sfilaccino. Da ultimo, aggiungere le spezie e lasciar cuocere per circa un’ora senza coperchio, verificando di tanto in tanto la consistenza dell’intingolo.
Ed ecco il coniglio pronto per essere gustato, buon appetito!